Come in ogni primavera gli uccelli migratori, che hanno trascorso l’inverno in paesi caldi, tornano nei primi giorni di aprile alle nostre latitudini per nidificare. Il viaggio migratorio, ancora avvolto da un alone di mistero, può essere fatto in stormi o singolarmente; in questo caso una volta giunti a destinazione i primi arrivati, dopo un breve periodo di riposo iniziano la ricerca di cibo e soprattutto di un compagno con cui dar seguito al loro istinto di procreare e crescere una nuova generazione. I maschi nella maggior parte dei casi usano il loro canto per indicare a possibili femmine la loro presenza, poi il corteggiamento può avvenire presentando loro doni consistenti in cibo o proponendo loro anfratti e buchi per nidificare.
Anche quest’anno, dopo aver visto arrivare e nidificare i chiassosi storni (Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758), ho potuto assistere all’arrivo dell’upupa (Upupa epops Linnaeus, 1758) e del torcicollo (Jynx torquilla Linnaeus, 1758). Il meteo non è stato dei più clementi, cosa ormai abbastanza frequente in questo inizio di 2018, ma l’atmosfera forse ne ha addirittura guadagnato…
L’upupa canta, anche per tutto il giorno, dai rami alti degli alberi tenendo spesso la testa rivolta verso il basso e gonfiando il suo collo…
non disdegna però anche pietre e muretti per emettere il suo verso ripetitivo e caratteristico (hu-hu-hu) per attirare i suoi simili…
Il torcicollo canta a squarciagola la mattina di buon’ora o al calar del sole, un canto dirompente, inconfondibile per i conoscitori…
A volte l’attesa è breve, altre volte può essere più lunga o anche infruttuosa, sta di fatto che l’attesa può anche farli stare…
sulle spine!!!
le gallerie relative ai questi 2 soggetti le trovate ovviamente sul mio sito
Alla prossima con qualche sorpresa…
Alain