Il frosone (Coccothraustes coccothraustes (Linnaeus, 1758), è un uccello passeriforme della famiglia dei fringillidi. Il suo nome scientifico, Coccothraustes, significa “rompi-semi”, in riferimento alle sue abitudini alimentari. In effetti è un uccello principalmente granivoro, che si nutre di semi, riuscendo ad aver ragione anche di quelli più duri grazie al forte becco ed alla poderosa muscolatura ad esso associata. Queste caratteristiche gli permettono di aprire noccioli molto duri come quelli delle ciliegie e degli spaccasassi, che sono fra i suoi cibi preferiti. Durante i mesi primaverili si nutre anche di larve, bruchi ed insetti, che è in grado di catturare in volo.
Si tratta di un uccello molto schivo e piuttosto difficile da osservare anche nelle aree in cui è residente e molto comune, in quanto tende generalmente a muoversi con estrema circospezione ed al minimo rumore tende a rifugiarsi nel fitto della vegetazione. Si tratta di un uccello solitario, che vive fra i rami degli alberi e scende al suolo piuttosto raramente, per abbeverarsi o cercare granaglie.
Malgrado il suo carattere timido e circospetto è un soggetto molto fotografato durante l’inverno. Negli ultimi anni infatti, un numero cospicuo di oggetti residenti nelle aree fredde dell’Europa dell’est sono giunti per passare l’inverno in Italia dove il clima è più mite per poi ritornare nei loro areali riproduttivi alla fine della stagione fredda. Queste ondate migratorie però non hanno interessato la Valle D’aosta, dove l’inverno può essere molto rigido. Per riuscire a fotografarlo ho dovuto approfittare di occasioni sporadiche e fortunose in cui qualche soggetto “autoctono” è sceso davanti al mio obiettivo attirato soprattutto dall’acqua.
E così in 3 anni ho avuto modo di fotografarlo in autunno:
in pieno inverno con la neve:
e con grande sorpresa e soddisfazione anche in primavera, quando il colore del suo becco cambia virando ad uno splendido blu metallico molto particolare:
La galleria completa del FROSONE la trovate, come sempre, sul mio sito: alainghignone.altervista.org
A presto
Alain